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Perdere_peso
Quasi tutte le persone che si rivolgono al dietologo vogliono perdere peso.
Quando inizio a dialogare con loro mi accorgo che nella loro mente il successo nella risoluzione dei problemi è rappresentato dal numero più basso di kg sulla bilancia.

Questa è però una semplificazione eccessiva.
Prima di tutto perché calare di peso, cioè ridurre la massa corporea, non significa necessariamente dimagrire, cioè ridurre il tessuto adiposo corporeo.
Insomma un conto è diventare meno pesante un altro meno grasso ! Dobbiamo concentrarci infatti sulla riduzione del grasso corporeo accumulato in eccesso senza accontentarci di diete o strategie che riducano il nostro peso facendoci eliminare acqua con la sudorazione o addirittura diminuendo la nostra parte magra, costituita da muscoli, ossa e tessuti corporei.

Il mio Metodo di Check Up Salutare aiuta le persone anzitutto a superare pregiudizi e incertezze culturali nel campo alimentazione.
Accompagno poi chi vuole dimagrire a seguire una dieta bilanciata, ipocalorica e ipolipidica, nel solco della dieta mediterranea, riconosciuta come la più efficace e salutare per dimagrire e mantenere la nuova linea.

Inoltre il mio cliente, già nel corso della seconda visita dietologica, si accorge di divenire partner e protagonista del proprio cambiamento e impara a definire correttamente i suoi problemi (linea, colesterolo, pressione, fatica a fare le cose di tutti i giorni, ecc) e ad individuare, sotto la mia guida, i giusti modi (indicatori domestici) per misurare i propri progressi nel risolverli.

Intolleranze_alimentari
Le intolleranze alimentari sono reazioni avverse al cibo (diarrea, dolore e gonfiore addominale, meteorismo, reazioni cutanee, con macchie rosse, bolle e pomfi, problemi alle vie respiratorie, orticaria, problemi digestivi) , che si verificano dopo aver consumato una determinata dose di un determinato alimento.

Le cause di queste reazioni avverse sono da ricercare nella diversa reattività individuale di ciascuno di noi al contatto con le molecole esterne al nostro corpo, in questo caso assunte col cibo. A differenza delle allergie alimentari le intolleranze alimentari non sono provocate dal sistema immunitario, ma da una ipersensibilità locale da accumulo.

La più frequente intolleranza alimentare è la intolleranza al lattosio.
 
Intolleranza_lattosio
L’intolleranza al lattosio è una condizione frequente, consiste nell’incapacità dell’organismo di digerire completamente lo zucchero presente nel latte o nei suoi derivati (appunto il lattosio) ed è causata da una presenza insufficiente dell’enzima lattasi nell’intestino.

Può essere di origine genetica e, dunque, comparire già dall’infanzia, oppure manifestarsi in età adulta, anche in maniera temporanea, spesso collegata a pregresse gastroenteriti, malattie infiammatorie intestinali, celiachia, interventi o traumi intestinali.

Non si tratta di un disturbo pericoloso, ma è associato a sintomi fastidiosi, come dolori addominali, gonfiore, meteorismo, diarrea e stitichezza, che possono però essere evitati limitando il lattosio introdotto con l’alimentazione.
L’esame diagnostico più diffuso per accertare l’intolleranza al lattosio è il Test del respiro o Breath test, un esame non invasivo che consiste nell’analisi dell’aria espirata dal paziente prima e dopo la somministrazione di una dose nota di lattosio. Difatti, se lo zucchero del latte non viene digerito e inizia a fermentare, si ha un’iper-produzione di idrogeno: quando il test rivela nell’aria espirata una presenza eccessiva di questo gas, significa che è presente l’intolleranza.

Uno specifico test genetico, invece, accerta l’eventuale origine o predisposizione genetica (sia omozigote che eterozigote) del disturbo.

Per risolvere le più comuni forme di intolleranza al lattosio si può agire a più livelli:
• anzitutto con la dieta idonea si riduce la introduzione di cibi fonti di lattosio, per tutto il tempo che risulta necessario : rimane preferibile mantenere la buona abitudine di assumere il latte vaccino possibilmente ogni giorno, con l’avvertenza di comprare e consumare in questo caso solo il latte delattosato (presente normalmente dei supermercati).
I formaggi freschi vanno sostituiti con i formaggi stagionati (come parmigiano, grana, provolone e pecorino), poiché il processo di stagionatura dei formaggi riduce notevolmente la presenza di lattosio. Meglio ancora se questi prodotti caseari sono arricchiti da Lactobacillus acidophilus, un batterio che digerisce il lattosio.

Analoga avvertenza riguarda i prodotti a base di latte (gelati, burro, creme, prodotti da forno, cioccolato al latte) : occorre scegliere e consumare solo quelli preparati con latte delattosato.
• Prima e durante la eventuale assunzione di cibi critici (contenenti lattosio) i sintomi possono essere evitati assumendo specifici farmaci (enzimi contenenti lattasi). 
 
Intolleranza_glutine
Il glutine è una combinazione di due proteine (gliadina e glutenina) contenute nel chicco di frumento e di alcuni cereali (oltre a frumento, farro, orzo, segale, kamut e in parte avena)

La intolleranza al glutine, nota anche come malattia celiaca o celiachia è una malattia autoimmunitaria cioè una malattia mediata dal sistema immunitario che colpisce soggetti geneticamente predisposti. Questi soggetti, a fronte della assunzione alimentare di farine contenenti glutine, producono anticorpi (diversi dalle immunoglobuline E, tipiche delle allergie) che vanno a distruggere la parte superficiale della mucosa dell’intestino tenue.
Questo accade perché l’organismo di queste persone percepisce il glutine come una sostanza estranea da cui difendersi e il meccanismo di difesa risulta sproporzionatamente lesivo distruggendo non solo il glutine ma anche la mucosa superficiale dell’intestino tenue con la quale il glutine è entrato in contatto.

Ne consegue una serie di sintomi collegati al malassorbimento locale (dolore addominale, meteorismo, stipsi, diarrea, perdita di nutrienti con le feci) cui si aggiungono nel tempo segni generali: astenia, anemia, malnutrizione e crescita scadente nei bambini.

I celiaci pertanto sono obbligati a sospendere l’assunzione di glutine per tutta la vita ed è dunque importante che consumino prodotti con la dicitura “senza glutine”, anche perché non tollerano contaminazioni. Dal punto di vista dietetico le persone con celiachia possono utilizzare senza alcun problema le farine senza glutine : farine di riso, creme e amido di riso, farina di mais, maizena, farina di miglio, farina di soia, di tapioca, di castagne, di ceci e altri legumi.

Occorre precisare che la diagnosi sia effettuata da un medico, pertanto in presenza di sintomi è bene rivolgersi al medico di famiglia o allo specialista evitando approssimative autodiagnosi e la autosospensione del consumo di prodotti contenenti glutine.
Per la diagnosi si ricorre a specifici esami del sangue (ricerca anticorpi antitransglutaminasi e antigliadina) e alla biopsia duodenale nel corso di una gastroscopia con il successivo esame istopatologico della mucosa intestinale.

Il Servizio Sanitario Regionale prevede che le persone celiache, accanto alla specifica esenzione dal ticket sugli accertamenti diagnostici, possano usufruire gratuitamente di una dotazione alimentare mensile di prodotti da forno senza glutine (pane, pasta, biscotti, ecc)

 
Intolleranza_glutine
Il colesterolo è un tipo di grasso prezioso per il nostro organismo (il 7% del cervello è fatto di colesterolo). I problemi cominciano quando aumentano i valori di colesterolo circolante nel sangue. Possiamo al contrario essere particolarmente contenti se i nostri valori di colesterolo totale risultano inferiori a 200 mg%, se il colesterolo “cattivo” (cioè quello che “incrosta” le arterie) LDL è inferiore a 100 mg% e se il colesterolo “buono” (ha funzione circolatoria protettiva) HDL è superiore a 50 mg% nella donna e a 40 mg % nell’uomo.

E’ meglio tenere a posto il colesterolo circolante perché questo aiuta a prevenire l’aterosclerosi e le sue conseguenze (ictus, infarti, ecc.): possiamo farlo seguendo una alimentazione corretta, mantenendoci attivi, cioè evitando la sedentarietà, evitando il fumo, limitando la gravità di alcune malattie (es diabete) e assumendo farmaci specifici.

Specifichiamo meglio quale sia la strada maestra di buona nutrizione che aiuta a tenere in ordine il colesterolo nel sangue.

Via libera a legumi e cereali, preferibilmente integrali e ai cibi vegetali: questi alimenti, infatti, non contengono colesterolo e contribuiscono a ridurre i livelli di quello in eccesso. I vegetali ricchi di fibre contribuiscono inoltre a ridurre l’assorbimento del colesterolo alimentare a livello intestinale. In caso di colesterolo alto è bene quindi consumare porzioni adeguate di cereali, preferendo quelli integrali, e di legumi, assumendo questi ultimi almeno 2-4 volte a settimana. Tra i cereali sono pertanto consigliati pane, pasta e riso integrali, ma anche farro, avena e orzo, non dimenticando di inserire nel menu quotidiano 2-3 porzioni di verdure e 1-2 porzioni di frutta.

Il pesce è il benvenuto. Il consumo di almeno di 2 porzioni a settimana è consigliato a chi ha problemi di colesterolo alto grazie alla particolare composizione del suo grasso (ricchezza di acidi grassi omega 3).

Vanno invece limitati formaggi, affettati e dolci, che sono nella comune alimentazione i principali trasportatori di colesterolo alimentare all’interno del nostro corpo, oltre ad una quota eccessiva di grassi saturi di origine animale.

Tra i grassi privilegiamo l’olio extravergine di oliva evitando, per quanto possibile, burro, lardo e strutto.

Tra le carni preferiamo le carni bianche (pollo, tacchino, coniglio, lonza di maiale), consumandole meno di una volta al giorno. Va preferito il latte parzialmente scremato a quello intero e limitato il consumo di uova, in particolare del tuorlo.

Quanto ai metodi di cottura vanno preferiti quelli senza l’ausilio di grassi aggiunti – come la cottura a vapore, la cottura al microonde, alla piastra, la bollitura e la grigliatura – e scoraggiato l’impiego della frittura in padella o della friggitrice ad olio alla quale va preferita la friggitrice ad aria.

 
donare_sangue
Sappiamo bene come l’AVIS (Associazione Volontari Italiani Sangue) sia una organizzazione che favorisce la salute individuale e collettiva perché contribuisce in maniera determinante a costituire per gli Ospedali e per le Aziende Farmaceutiche la dotazione di sangue e plasma necessaria per i bisogni sanitari della popolazione italiana.

Ciascun cittadino maggiorenne può candidarsi per diventare donatore volontario di sangue o plasma rivolgendosi alla Sezione Avis del proprio comune o provincia. La sua idoneità sarà valutata all’inizio del percorso donazionale attraverso specifica visita medica ed esami del sangue e successivamente attraverso controlli annuali gratuiti degli esami del sangue.

Il mantenimento di corretti valori degli esami del sangue e dei parametri corporei rappresenta il semaforo verde che consente al donatore di rimanere tale nel corso degli anni. Questi controlli garantiscono la idoneità della sacca di sangue o plasma raccolta e rappresentano anche una utile verifica di salute individuale.

Talvolta per svariate cause ( es. colesterolo/trigliceridi aumentati nel sangue o carenza di ferro/emoglobina nel sangue) non si può diventare o rimanere donatori. Conviene in tali casi rivolgersi al proprio medico di famiglia o allo specialista indicato perché alcune di queste condizioni che rappresentano un ostacolo alla donazione sono risolvibili con appropriato miglioramento dello stile di vita.

 
recuperare_linea
E’ molto importante che ciascuno di noi abbia una corretta rappresentazione della propria immagine corporea. Troppo spesso le ragazze non si sentono mai abbastanza magre, oppure al contrario alcune persone accettano sia il sovrappeso marcato che l’obesità con apparente noncuranza senza la consapevolezza che l’obesità rappresenta già di fatto una vera a propria malattia a sé stante, generatrice di altre malattie ( diabete, ipertensione, ecc).

La linea armonica e slanciata del nostro corpo rappresenta invece quella condizione in cui estetica e salute si abbracciano per contribuire al benessere della nostra persona.

Con il mio Metodo di Check Up Salutare aiuto le persone a riposizionare il proprio interesse non sul numero che vedono sulla bilancia ma sulla giusta esigenza di rimodellamento corporeo per attenuare/risolvere alcuni problemi estetici, favorendo nel contempo il positivo orientamento del metabolismo corporeo. La linea ritrovata e i migliorati esami del sangue attestano la conquista duratura di nuovi parametri di estetica e di salute.

 
trigliceridi_aumentati
Elevati livelli di trigliceridi nel sangue (valori al di sopra di 150 mg %) rendono il sangue più viscoso cioè meno fluido e favoriscono la formazione e la crescita delle placche aterosclerotiche delle arterie. La migliorata alimentazione è in grado di contrastare e spesso di risolvere efficacemente, anche senza utilizzo di integratori e di farmaci, ipertrigliceridemie anche molto marcate (500-600 mg%).

Le linee guida di corretta alimentazione per la correzione della ipertrigliceridemia sono sovrapponibili a quelle già indicate per la correzione del colesterolo alto nel sangue (ipercolesterolemia)

 
fegato_grasso
Spesso l’infarcimento grasso del fegato (steatosi epatica) viene scoperto casualmente nel corso di ecografie addominali richieste per vari motivi. La diagnosi ecografica è agevole ma, poiché questa malattia non dà segni di sé (asintomatica) viene spesso sottovalutata.

La principale causa della steatosi epatica è il concomitante ingrassamento corporeo. Di fatto se entrano troppi grassi nel corpo rispetto alla possibilità che ha il corpo di consumarli si ottiene l’incremento del tessuto adiposo sottocutaneo e del grasso viscerale poi anche l’immagazzinamento indebito di questi grassi nel fegato e in altri visceri.

Se il deposito di grassi nel fegato prosegue gli epatociti (cellule del fegato) soffrono e il risultato di questa sofferenza si manifesta con la alterazione di alcuni esami del sangue (aumento transaminasi epatiche).

Se la sofferenza degli epatociti schiacciati dal grasso in eccesso si prolunga nel tempo per inconsapevolezza / noncuranza possono iniziare a svilupparsi malattie epatiche più gravi, come la cirrosi epatica e anche la cancro-cirrosi.

E’ quindi importante intervenire precocemente, alla prima diagnosi di steatosi epatica, tenendo presente che la steatosi epatica è una malattia di norma pienamente risolvibile con una dietoterapia adeguata. Come infatti possiamo far dimagrire il corpo a livello del tessuto sottocutaneo, altrettanto possiamo agire facendo consumare dal corpo le gocciole adipose dentro gli epatociti, correggendo quindi il fegato steatosico.

 
fatico_a_dimagrire
Capita che col passare degli anni il nostro corpo si appesantisca e che iniziamo a fare un po' di fatica nel fare le cose più comuni (salire le scale, allacciarci le scarpe, ecc.) Le ragioni sono multifattoriali: la minore elasticità di muscoli e articolazioni, l’impoverimento nel muscolo di fibre muscolari a favore di quelle adipose (sarcopenia), il rallentamento dei riflessi, la minore riserva funzionale degli organi collegata all’invecchiamento.

Ma ad un certo punto sorge la domanda : dimagrire mi può aiutare ? La risposta è si, se siamo appesantiti da qualche chilo di troppo.

Per il semplice motivo che una “carrozzeria” più leggera è necessariamente più scattante di una appesantita, mentre il motore cardiaco e polmonare funzionano nello stesso modo. In questo senso alleggerire il corpo del grasso superfluo significa regalargli sia estetica che prestazioni funzionali più brillanti.

 

   
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